Come si lavano i capi in cashmere senza rovinarli: il metodo è infallibile

Il cashmere rappresenta uno dei tessuti di origine animale più soffici e pregiati mai realizzati dall’uomo. Questa sua straordinaria morbidezza è immediatamente percepibile sia al tatto che alla vista, rendendolo una delle lane più lussuose e ricercate. Oltre alla sua texture vellutata, il cashmere si distingue anche per le sue eccellenti proprietà di termoregolazione, che lo rendono ideale per mantenere il calore corporeo senza risultare mai pesante o ingombrante. Proprio per queste sue caratteristiche uniche, il cashmere ha un valore commerciale superiore rispetto ad altre tipologie di lana, giustificando così il suo prezzo mediamente più elevato sul mercato.

La delicatezza intrinseca del cashmere rende il lavaggio dei capi realizzati con questa fibra un’operazione che richiede particolare attenzione e cura. Proprio per questo motivo, nel corso del tempo sono state sviluppate tecniche e strategie specifiche, in costante aggiornamento, per preservare la qualità del tessuto. È importante sottolineare che non tutto il cashmere è uguale: esistono infatti diverse lavorazioni, provenienze e gradi di qualità che richiedono accorgimenti differenti. Tuttavia, indipendentemente dalla tipologia, il cashmere va sempre trattato con estrema delicatezza, quasi come se si indossassero dei guanti, per evitare danni irreparabili.

Prendersi cura dei capi in cashmere diventa una vera e propria regola fondamentale nel momento in cui si decide di acquistare o possedere abiti realizzati con questa preziosa fibra. Per garantire che mantengano la loro bellezza e integrità nel tempo, non è necessario essere degli esperti: basta acquisire alcune conoscenze di base sulla struttura del cashmere e adottare le giuste pratiche, a partire proprio dal lavaggio. Con pochi accorgimenti e un po’ di attenzione, è possibile conservare a lungo la morbidezza e l’eleganza di questi capi, evitando che si rovinino o perdano le loro caratteristiche distintive.

Cos’è il cashmere?

Conosciuta anche come lana di cashmere o semplicemente cashmere, questa fibra pregiata viene ricavata dal pelo di una particolare razza di capre che vivono in una specifica area geografica, la regione del Kashmir. Questa zona, situata tra Pakistan, Cina e India, è caratterizzata da un clima montano e da una lunga tradizione di scambi commerciali, che ha contribuito a rendere celebre il cashmere in tutto il mondo. Le condizioni climatiche rigide di queste montagne favoriscono la crescita di un sottopelo particolarmente fine e morbido, che viene poi lavorato per ottenere il tessuto che tutti conosciamo.

La lavorazione della lana di cashmere ha origini antichissime e, dopo essere stata prelevata dagli animali adulti, la fibra viene sottoposta a una serie di processi artigianali e industriali. In Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali, esistono numerose aziende con una lunga tradizione nella produzione di capi in cashmere, che grazie alla loro abilità e maestria sono riuscite a esportare questi prodotti di altissima qualità in tutto il mondo. La cura e l’attenzione dedicate a ogni fase della lavorazione contribuiscono a rendere il cashmere italiano particolarmente apprezzato e ricercato.

Attualmente, la Cina e le nazioni limitrofe rappresentano i principali produttori mondiali di cashmere, grazie alla presenza di vaste aree adatte all’allevamento delle capre da cui si ricava questa preziosa fibra. Il cashmere si distingue per essere un tessuto incredibilmente leggero e poco voluminoso, ma al tempo stesso estremamente caldo e soffice. Queste qualità lo rendono ideale per la realizzazione di capi di abbigliamento raffinati e confortevoli, giustificando il suo prezzo più elevato rispetto ad altre lane più comuni.

Come lavare il cashmere?

Il fenomeno del Pilling, ovvero la formazione di piccoli pallini di lana sulla superficie dei capi in cashmere, è una reazione naturale ma spesso fastidiosa che si verifica quando il tessuto viene sottoposto a eccessivo stress o sfregamento. Per ridurre al minimo questo inconveniente, molti esperti consigliano di non indossare troppo frequentemente i capi in cashmere e di lasciare trascorrere almeno 24 ore tra un utilizzo e l’altro, oltre che tra un lavaggio e il successivo. In questo modo si permette alle fibre di rilassarsi e si preserva la qualità del tessuto più a lungo.

Il metodo più sicuro e raccomandato per lavare il cashmere è sicuramente il lavaggio a mano, che consente di trattare con la massima delicatezza sia i capi che le fibre di cui sono composti. Questo approccio, se abbinato a una corretta asciugatura, aiuta a prevenire fenomeni come il restringimento o l’infeltrimento, che sono spesso il risultato di una cura inadeguata. Prendersi il tempo necessario per lavare a mano il cashmere è un piccolo gesto che può fare una grande differenza nella durata e nell’aspetto dei propri capi preferiti.

La procedura ideale prevede di immergere il capo in una bacinella riempita con acqua tiepida, leggermente più calda della temperatura ambiente, evitando però che sia troppo calda per non danneggiare le fibre. È importante utilizzare un detersivo specifico per lana, verificando sempre la compatibilità e le istruzioni riportate sull’etichetta del capo, che spesso indica anche i tempi di ammollo consigliati. Dopo aver lasciato il cashmere in ammollo per il tempo necessario, è fondamentale risciacquarlo accuratamente per eliminare ogni residuo di detergente, procedendo poi con le fasi successive di cura.

Errori da non fare

La fase successiva al lavaggio è altrettanto importante per la cura del cashmere. È consigliabile risciacquare i capi sotto un getto d’acqua corrente, preferibilmente a temperatura ambiente o leggermente tiepida, evitando sia l’acqua troppo fredda che quella troppo calda per non sottoporre le fibre a sbalzi termici che potrebbero favorire la formazione del pilling. Bisogna continuare a risciacquare fino a quando l’acqua non risulta completamente limpida e priva di tracce di sapone, assicurandosi così che il capo sia perfettamente pulito e pronto per l’asciugatura.

È fondamentale evitare di strizzare, torcere o premere con forza il cashmere dopo il lavaggio, poiché queste azioni possono danneggiare in modo irreversibile la struttura delle fibre. Il metodo migliore consiste nell’avvolgere delicatamente il capo in un asciugamano pulito e asciutto, di dimensioni sufficientemente grandi, in modo da assorbire l’acqua in eccesso senza stressare il tessuto. Anche durante l’asciugatura è importante non appendere il cashmere, poiché il peso dell’acqua potrebbe deformarlo: è preferibile stenderlo in orizzontale su una superficie piana, come un tavolo, per mantenere la forma originale.

Per quanto riguarda l’asciugatura, è meglio evitare di esporre il cashmere direttamente ai raggi solari o a fonti di calore intense come i termosifoni, poiché queste condizioni possono causare restringimenti e compromettere la qualità delle fibre. L’ideale è lasciarlo asciugare in un ambiente ben ventilato, con una temperatura moderata e una luce naturale non diretta. Infine, è sempre buona norma consultare l’etichetta del capo per verificare eventuali indicazioni specifiche o limitazioni relative al lavaggio e all’asciugatura, così da adottare le precauzioni più adatte.

Può essere lavato in lavatrice?

La possibilità di lavare il cashmere in lavatrice esiste, ma non è sempre garantita e dipende strettamente dalle indicazioni riportate sull’etichetta del capo. Se è presente un simbolo che vieta il lavaggio in lavatrice, è sempre meglio attenersi a questa raccomandazione per evitare danni. In caso contrario, è possibile procedere seguendo scrupolosamente le istruzioni fornite dal produttore, ricordando di capovolgere i capi e di lavarli esclusivamente insieme ad altri indumenti simili per evitare sfregamenti eccessivi.

Per una maggiore protezione, è consigliabile inserire il capo in un apposito sacchetto per il bucato, così da ridurre al minimo il contatto con altri tessuti e prevenire eventuali danni. È importante utilizzare solo una piccola quantità di detergente specifico per lana e selezionare un programma delicato, come quello per lana o capi delicati, impostando la temperatura massima a 30 gradi, ovvero un lavaggio a freddo. È inoltre preferibile evitare la centrifuga, oppure utilizzarla solo a velocità molto basse, per non stressare ulteriormente le fibre del cashmere e mantenere intatta la sua morbidezza.

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