Un gran numero di specie vegetali mette in pratica il principio del riciclo e del riutilizzo di materiali considerati “scarti”, sia di origine animale che vegetale, per ottenere il massimo beneficio possibile dal punto di vista nutrizionale. Questo comportamento si riflette anche nella scelta dei concimi più utilizzati, sia a livello domestico che su scala industriale. Parallelamente, i florovivaisti, ossia i professionisti specializzati nella coltivazione e nella cura di piante di ogni genere, sono costantemente impegnati nella ricerca di nuove combinazioni e formulazioni di concimi, allo scopo di ottimizzare la crescita e la salute delle piante che coltivano.
Alcuni tipi di concimi risultano meno diffusi o semplicemente meno noti, anche perché non tutti i fertilizzanti sono progettati per raggiungere gli stessi obiettivi. Esistono infatti miscele specifiche che puntano a rafforzare la resistenza delle piante alle malattie e a mantenere un buon livello di fertilità del terreno, mentre altre formulazioni sono pensate per stimolare una crescita più rapida e vigorosa delle colture. La scelta del concime più adatto dipende quindi dalle esigenze specifiche delle piante e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Il concetto di concime si estende anche alla possibilità di realizzare in autonomia miscele nutrienti utilizzando vari materiali di scarto provenienti dalla cucina e non solo. Le piante, infatti, grazie al loro apparato radicale e alla capacità di interagire con il terreno, sono in grado di assorbire una vasta gamma di sostanze nutritive. Questi elementi, proprio come avviene per altri esseri viventi, contribuiscono a rafforzare la struttura delle piante e a migliorarne la salute generale.
Concimi e fertilità
Il concetto di fertilizzazione è stato compreso e applicato fin dagli albori dell’agricoltura, risalenti a diversi millenni prima della nascita di Cristo. Già in epoche molto antiche, le tecniche agricole erano sufficientemente avanzate da consentire i primi significativi miglioramenti nella produttività dei raccolti. Nel corso dei secoli, sono state sviluppate numerose soluzioni naturali con l’obiettivo di incrementare la resa dei campi, soprattutto nei periodi più difficili o in condizioni ambientali avverse.
Non sorprende che le prime grandi civiltà siano sorte in aree caratterizzate da una naturale fertilità del suolo, oppure che abbiano raggiunto tale condizione grazie a pratiche agricole mirate. Un esempio emblematico è rappresentato dagli antichi Egizi e dal celebre concetto di fertilità legato al fiume Nilo, che con le sue periodiche inondazioni depositava il limo, una sostanza ricca di nutrienti, considerata uno dei primi fertilizzanti naturali utilizzati per migliorare la produttività delle coltivazioni.
Il concime moderno rappresenta una soluzione più articolata, spesso frutto della combinazione di diversi elementi in proporzioni studiate per apportare un reale beneficio produttivo. Solitamente, questi composti vengono mescolati al terreno per fornire un vero e proprio “potenziamento” dal punto di vista nutritivo. Anche a livello domestico, è possibile preparare diverse tipologie di fertilizzanti e concimi fatti in casa, utilizzando ingredienti facilmente reperibili e adattandoli alle esigenze delle proprie piante.
Concime fai da te
I diversi composti impiegati come concimi contengono una varietà di elementi, tra cui sali minerali appartenenti a diverse categorie, e possono anche influenzare in modo significativo il livello di acidità del terreno. Questo aspetto è di fondamentale importanza e deve essere ben compreso sia dagli esperti del settore che da chi si avvicina per la prima volta al mondo della coltivazione e del giardinaggio.
Il grado di acidità del terreno può essere facilmente monitorato tramite appositi strumenti che misurano il pH, espresso su una scala numerica che indica se il suolo è più o meno acido. Ad esempio, la maggior parte delle piante da orto predilige un pH equilibrato, leggermente tendente all’acidità rispetto alla media, mentre alcune specie ornamentali richiedono un terreno più alcalino, ovvero con caratteristiche opposte. Conoscere queste esigenze è fondamentale per garantire una crescita sana e rigogliosa delle piante.
La scelta e la composizione del concime influiscono notevolmente sul livello di acidità o alcalinità del terreno. Per questo motivo, quando si preparano miscele di fertilizzanti “fai da te”, è essenziale tenere sempre in considerazione questi aspetti, evitando di combinare ingredienti simili senza bilanciare adeguatamente la miscela. Un concime troppo acido o eccessivamente alcalino può infatti danneggiare sia il terreno che le piante, compromettendo la loro salute e la produttività complessiva.
Mix fatto in casa
Per la maggior parte delle piante da orto, è consigliabile ricorrere al classico concime naturale, che può essere costituito da humus maturo o da letame animale, preferibilmente proveniente da erbivori. Tuttavia, anche diversi materiali di scarto domestico possono rivelarsi estremamente utili, a patto di tenere sempre presente il fattore acidità. Si possono infatti utilizzare vari tipi di “scarti” alimentari e non solo, sfruttando le loro proprietà nutritive per arricchire il terreno.
I fondi di caffè, ad esempio, sono particolarmente ricchi di azoto e contengono una buona quantità di minerali utili per le piante. Se combinati con altri elementi come i gusci d’uovo, che apportano calcio, si ottiene una miscela molto efficace. È importante, però, che questi materiali vengano sminuzzati e triturati finemente, soprattutto se destinati a piante di piccole dimensioni, poiché pezzi troppo grandi rallenterebbero l’assorbimento dei nutrienti da parte delle radici.
Per favorire una crescita più rapida delle piante, si può aggiungere una piccola quantità di lievito di birra, precedentemente sciolto in acqua o suddiviso in piccoli frammenti. Il lievito, essendo un fungo, contribuisce a scomporre i componenti del concime, facilitando così l’assimilazione dei nutrienti da parte delle piante. Questo tipo di concime si rivela particolarmente utile per le colture orticole, ma può essere impiegato con successo anche per altre tipologie di piante.
Usare il mix fatto in casa
È importante scegliere con attenzione il momento più adatto per applicare il concime: l’ideale è farlo poco prima della semina o in prossimità della fioritura, evitando di intervenire troppo a ridosso di questi eventi per non causare stress o shock alle piante. La miscela va incorporata gradualmente nel terreno, iniziando con piccole quantità e avendo cura di lavorare leggermente il suolo per favorire una distribuzione uniforme dei nutrienti.
Come già accennato, è possibile sperimentare diverse combinazioni di ingredienti, ma è fondamentale assicurarsi che gli scarti vegetali o alimentari utilizzati provengano da fonti sicure, preferibilmente biologiche. Ad esempio, la cenere impiegata come concime deve derivare esclusivamente dalla combustione di legno non trattato, privo di vernici, lacche o altre sostanze chimiche, per evitare di contaminare il terreno e mettere a rischio la salute delle piante e dell’ambiente circostante.